credito d’imposta per attivita’ culturali

credito imposta 30%

Da quest’anno debutta una nuova misura volta a favorire le cd. imprese culturali e creative. L’ultima
Legge di Bilancio, infatti, ha istituito un nuovo credito d’imposta in relazione alle attività di sviluppo,
produzione e promozione di prodotti e servizi culturali e creativi (art. 1, commi da 57 a 60, L. n. 205/2017).
Ecco come funzionerà il nuovo bonus.
Beneficiari
Destinatari dell’agevolazione sono le imprese culturali e creative, ovvero le imprese ed i soggetti che
rispondono alle seguenti caratteristiche:
svolgono attività stabile e continuativa con sede in Italia, in UE o in uno Stato aderente allo Spazio
economico europeo;
sono soggetti passivi d’imposta in Italia;
hanno quale oggetto sociale attività (quali l’ideazione, la creazione ed altre fattispecie elencate
dalla norma) relativa ai prodotti culturali, ovvero i beni, servizi e opere dell’ingegno inerenti
letteratura, musica, arti figurative ed applicate, spettacolo dal vivo, cinematografia e audiovisivo,
archivi, biblioteche, musei, patrimonio culturale e relativi processi di innovazione.
Agevolazione

L’agevolazione, come detto, consiste in un credito d’imposta pari al 30% dei costi per attività di sviluppo,
produzione e promozione di prodotti e servizi culturali e creativi. Il bonus verrà attribuito nel limite di spesa di
500.000 euro per il 2018 e di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020. Sarà concesso nei limiti
della normativa europea cd. de minimis (Regolamento UE n. 1407/2013) che individua gli aiuti di stato di
importanza minore compatibili con le norme dei Trattati UE.
Modalità e termini.

Un decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali di prossima emanazione definirà, tra l’altro, le
norme applicative del credito d’imposta con riferimento alle tipologie di interventi eleggibili, alle procedure di
ammissione e a quelle di recupero nel caso di uso illegittimo dell’agevolazione.

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bonus edilizio

Prorogati al 2018 i bonus per il recupero edilizio

11 Gennaio 2018

Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi, Luca De Stefani, pag. 22

Prorogate per il 2018 le detrazioni IRPEF del 50% sul recupero del patrimonio edilizio e sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici, con l’introduzione però di una nuova comunicazione all’Enea. Sono queste alcune delle novità che riguardano il settore edile, previste dalla Legge di Stabilità 2018, che ha anche introdotto una nuova detrazione IRPEF del 36% per la realizzazione e la manutenzione di giardini, ha chiarito cosa si intende per beni significativi ai fini dell’applicazione dell’IVA del 10% e ha previsto una nuova detrazione IRPEF e IRES dell’80% per le spese, sostenute dal primo gennaio 2018, per tutti gli interventi su parti comuni di edifici condominiali, ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3, finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico, con riduzione di 1 classe di rischio e alla riqualificazione energetica (elevata all’85%, se la riduzione è di 2 classe).

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CREDITO D’IMPOSTA

CREDITO D’IMPOSTA PER LA FORMAZIONE

 

La nuova Legge di Bilancio (L. 205/2017) riconosce un credito d’imposta per le spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0.
Il tetto massimo annuale del nuovo bonus è fissato a 300.000 euro per ciascun beneficiario. Entro tale limite,
la misura del beneficio è pari al 40% delle spese effettuate nel periodo di imposta successivo a quello in
corso al 31 dicembre 2017 e relative al costo aziendale dei lavoratori dipendenti, per il periodo in cui essi
siano occupati nelle attività di formazione suddette.

Il bonus andrà indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di spettanza e nelle
dichiarazioni dei redditi relative ai periodi di imposta successivi in cui sia impiegato. Può essere utilizzato
esclusivamente in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.
Non concorre alla formazione del reddito ai fini fiscali.

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Legge di Bilancio per il 2018


PRINICIPALI NOVITA’

Sono riconfermati per il 2018 i bonus legati agli interventi di ristrutturazione edilizia: la detrazione, con tetto massimo di 96mila euro per unità abitativa, è pari al 50%.

È riconfermato anche l’ecobonus con alcune piccole modifiche (ad esempio, la percentuale si abbassa al 50% per l’acquisto e installazione di finestre e infissi, di schermature
solari…). È anche prorogato di un anno il bonus mobili, con detrazione 50%.

Viene infine prevista una
detrazione maggiorata per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali, per ridurre il rischio
sismico.

Calendario fiscale: la data per la comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute (spesometro) relative al secondo trimestre passa dal 16 settembre al 30 settembre.
Cambia anche il termine per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi 2018 ed IRAP, che passa dal 30
settembre al 31 ottobre. Sempre al 31 ottobre passa il termine per la presentazione delle dichiarazioni dei
sostituti di imposta e per trasmettere le certificazioni uniche in via telematica.
Investimenti “Industria 4.0”: rifinanziata la “Nuova Sabatini”.

Confermato il super e l’iper ammortamento. In merito alla web tax, operativa dal 1° gennaio 2019, è prevista
un’aliquota del 3%.

Credito di imposta per coloro che operano nel settore della vendita al dettaglio di libri in esercizi specializzati e per gli esercenti che effettuano la vendita al dettaglio di libri di seconda mano.
Torna quindi a regime la detrazione IRPEF del 19% per le spese (con un massimo di 250 euro) sostenute
per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale ed interregionale. Viene
anche riconosciuto un bonus agli studenti “fuori sede”, con una detrazione dei canoni di locazione di
alloggi universitari. È inoltre ampliata la platea dei beneficiari del bonus 80 euro, grazie all’aumento della
soglia reddituale.
Detrazione “figli a carico”: sale da 2.841 a 4.000 euro il limite di reddito complessivo per essere considerati fiscalmente a carico (ma solo ai figli di età non superiore a 24 anni)

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PIR & CROWD

COMUNICATO STAMPA
Frigiolini & Partners Merchant lancia il Progetto
“PIR & CROWD – your first equity market experience”
rivolto alle PMI con fatturato da 5 a 50 milioni di euro

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Non conosce sosta l’attività di sviluppo ed assistenza alle PMI da parte di Frigiolini & Partners Merchant, Advisor fondato nel 2015 da Leonardo Frigiolini, (già CEO & Founder di Unicasim), con sede a Genova e operatività su tutto il territorio nazionale, leader di mercato nel segmento dei Minibond e primo coordinatore di processo in Italia nel 2016 per numero di operazioni di debito quotate in borsa1.
L’expertise e l’ambito di intervento di “Frigiolini & Partners Merchant Group” si estende anche all’Equity crowdfunding.
Lo Staff di F&P aveva prima d’ora creato nel 2013 il primo portale di equity crowdfunding autorizzato dalla Consob ad un intermediario finanziario. A soli due anni dal kickoff, F&P Merchant ritorna nel mondo dell’equity crowdfunding con il portale “Fundera” (acquisito lo scorso anno), ed un nuovo Progetto rivolto alle PMI dopo il successo del Progetto “Master per Emittenti Seriali” lanciato nel 2016 ed attualmente in pieno sviluppo grazie anche alla formula dei Minibond Short TermTM, diventati ormai un marchio depositato di F&P Merchant ed una vera e propria “Asset Class” per Investitori Professionali.
La nascita dei PIR – dice il Founder di F&P Merchant Leonardo Frigiolini – apre nuovi orizzonti alle Imprese, soprattutto le PMI ma non solo. Il grande successo di raccolta su questo nuovo strumento (fiscalmente esente purché possieda al suo interno gli “ingredienti” tassativamente imposti dalla normativa), deve rapidamente trovare un mercato “target” di sbocco, (in particolare per quella “quota-parte” del 21% del totale del patrimonio del fondo), altrimenti è a rischio la stessa natura di PIR-Compliant e da ciò l’esenzione dalla fiscalità per gli investitori che vi hanno aderito.
In altre parole il PIR è al momento compresso fra due alternative operative vincolanti: canalizzare rapidamente il 21% del proprio patrimonio su strumenti finanziari di debito e/o quote del capitale di Aziende Italiane non quotate, oppure continuare a canalizzare ingenti risorse liquide sull’AIM acquistando azioni delle Aziende target ivi negoziate.
Non è una scelta facile per i PIR già pieni di liquidità, – precisa Alessandro Imbimbo, membro del CdA del Portale Fundera – perché se da un lato l’AIM ben si presta a ricevere tale liquidità (non essendo un mercato regolamentato le aziende ivi negoziate non vengono considerate “quotate” e possono rientrare in quella quota-obbligatoria del 21% sopra indicata), dall’altra non si può pensare che tutti i PIR possano canalizzare la propria liquidità sempre e solo sulle azioni delle aziende trattate sull’AIM, altrimenti finirebbero col creare tensioni sui prezzi rischiando di generare una vera e propria bolla speculativa. La parte oggi più complicata per i PIR – prosegue Imbimbo – è il reperimento di “buona carta” nella quantità necessaria, ovvero riuscire a sottoscrivere strumenti finanziari (sia di debito sia di equity) di aziende Italiane, al di fuori del circuito della Borsa ufficiale e al di fuori dell’AIM. In un mercato ancora giovane come quello del debito e dell’equity delle PMI, non è cosa facile.
Noi di F&P Merchant che abbiamo iniziato a lavorare su questi settori da molto tempo – prosegue Luca Popia, Responsabile delle relazioni istituzionali di F&P Merchant – conosciamo piuttosto bene la lentezza dei processi di ricerca delle Aziende target e di strutturazione degli strumenti finanziari di debito e di equity (i così detti “scouting” e “building”) e riteniamo ancora piuttosto difficile, almeno fino a che il mercato non si allargherà ancora di più, che un gestore di Fondi PIR possa estendere la propria operatività alla ricerca autonoma delle Aziende target ed alla costruzione autonoma dei relativi strumenti finanziari nei quali ha interesse ad investire. Crediamo invece, nell’ambito di una più corretta ripartizione dei ruoli, che gli Advisors ed i Portali (come lo sono rispettivamente Frigiolini & Partners Merchant e Fundera) debbano preparare le aziende affinché arrivino a mercato già pronte con l’abito buono in modo che gli Investitori (fra cui i PIR) possano sceglierle con relativa facilità e rapidità, trovando i dossier già predisposti e completi.
Vediamo con un certo scetticismo anche l’ipotesi sostenuta da taluni di una rincorsa alla “quotazione di massa” delle PMI italiane perché se da un lato la “sfida della quotazione” é di per sé una cosa molto saggia e stimolante, dal punto di vista “concreto” riteniamo che dal momento in cui l’imprenditore inizia a ragionare su quest’ipotesi al momento in cui la sua società sarà effettivamente quotata, bisogna mettere in preventivo un percorso complesso, impegnativo e abbastanza costoso che non può durare meno di due
1 Fonte: 3° Osservatorio Minibond del Politecnico di Milano – Feb. 2017