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SCALE-UP, QUANDO L’IMPRESA DIVENTA GRANDE

1 su 3 è nella manifattura, a seguire commercio ed edilizia.
In Lombardia oltre il 20% del totale nazionale, Campania (11%) e Veneto (10%) completano il podio regionale:
Essere un’impresa con una crescita dell’occupazione o delle vendite maggiore del 20% per un periodo di tre anni

consecutivi, partendo da un livello occupazionale uguale o superiore alle 10 unità all’inizio del periodo di osservazione.

E’ questo, per l’OCSE1, l’identikit delle imprese che possono fregiarsi del titolo di scale-up, quelle cioè che hanno fatto, in un tempo relativamente breve, il salto dalla piccola dimensione allo status di impresa di successo,

con le carte in regola per puntare a diventare leader del proprio segmento di mercato.

Da alcuni anni a questa parte l’Europa ha acceso un faro alla ricerca di questi piccoli campioni per studiarne le caratteristiche e favorirne la crescita, nella convinzione che la loro presenza sia un fattore ‘contagioso’ per le

performance di un intero sistema produttivo. In particolare, l’attenzione è rivolta al fenomeno delle startup ad alto contenuto innovativo-tecnologico, considerate il volàno per un’auspicata transizione dei sistemi di imprese alla dimensione digitale.

Perché le scale-up sono importanti?

Secondo una recente analisi condotta in questa chiave di lettura sul sistema imprenditoriale del Regno Unito

(con il supporto di dati comparativi relativi a 20 paesi), le imprese scale-up vengono definite come “cruciali per il vantaggio competitivo di un paese, in quanto esse guidano la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la produttività di lungo periodo”2.

Secondo lo studio, la definizione di scale-up data dall’Ocse (imprese che vedono crescere in modo significativo e ripetuto nel tempo le vendite di propri prodotti sul mercato) “è la misura più affidabile del fatto che i clienti

acquistino effettivamente i suoi prodotti , e al tempo stesso una proxy affidabile del grado di innovatività di queste imprese”. Significativamente, vengono escluse da questa definizione le micro-imprese con meno di 10 addetti in

quanto nel loro caso, ciò che può apparire come una crescita continua e sostenuta potrebbe dipendere più facilmente dalla piccola dimensione di origine”.
1 OECD,

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Libere professioni al femminile – studio censis

Libere professioni al femminile

L’occupazione indipendente in Italia è sempre più al femminile.

PERIODO 2007-2016:

Lo studio Censis-Confcooperative ha rilevato che : le libere professioniste e le donne imprenditrici sono aumentate di 71mila unità .

Ad esclusione del 2009, infatti, l’aumento delle “libere professioni al femminile” è stato costante: in particolare, il totale è di 259mila professionisti, di cui 170mila sono donne.

Infatti, in questo campo la presenza maschile è in forte calo, di almeno 300mila unità.

 

Negli ultimi anni si è infatti assistito ad una maggiore intraprendenza delle donne nel mercato del lavoro.

Un nuovo protagonismo femminile e’ motivato da una spinta all’iniziativa personale e alla voglia di fare in proprio, con una marcata propensione all’innovazione.

 

Tra i principali ambiti di attività, vi sono la produzione di software, la consulenza informatica, la ricerca e sviluppo e servizi ICT.

 

Tra gli startupper domina ancora la componente maschile, che rappresenta il 75,5% del totale.

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dichiarazioni omesse o tardive agenzia

Agenzia

L’Agenzia delle Entrate renderà disponibili agli intermediari le segnalazioni sulle omesse o tardive trasmissioni delle dichiarazioni fiscali relative all’anno 2013. La scadenza per fornire un riscontro è stata fissata al prossimo 16 ottobre 2017. Anche per questi adempimenti è quindi confermata la sospensione feriale dei termini”. Queste le poche righe con cui l’Agenzia delle Entrate mette a tacere una polemica ormai già scoppiata intorno alle segnalazioni che a partire dal 24 luglio p.v. e nei giorni immediatamente successivi provvederà, attraverso il canale telematico Entratel, a inviare agli intermediari.

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MINIBOND

MINIBOND

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– L’ emissione dei  Minibond è un mercato in costante crescita, fondato su una nuova cultura d’impresa .Una forma di approvigionamento alternativo e complementare al credito bancario per far fronte e contrastare le difficoltà delle PMI cercando di ridurre la dipendenza dal sistema bancario.

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